In questi giorni, al Congresso degli Stati Uniti, una madre sta testimoniando che lo scorso aprile ha ricevuto una telefonata da quella che credeva essere sua figlia che piangeva e la implorava di aiutarla perché era stata rapita, dicendo che i rapitori chiedevano un riscatto di 1 milione di dollari, poi sceso a soli 50.000 dollari. Fortunatamente la madre, prima di provvedere al pagamento del riscatto pattuito, ha richiamato la figlia al cellulare, scoprendo che la telefonata di riscatto era stata inventata da un truffatore che utilizzava la voce della figlia attraverso un’applicazione di Intelligenza Artificiale del costo di soli 4 dollari al mese che, utilizzando la voce della figlia catturata da qualche post su internet, le faceva dire qualsiasi cosa semplicemente utilizzando una tastiera.
Questo fatto, dopo quello dell’avvocato che, in un’aula di tribunale, ha depositato delle memorie riportando precedenti inventati dal computer, deve far riflettere e prendere coscienza che questo potente strumento non può essere lasciato libero all’uso indiscriminato della criminalità. Ben venga, quindi, ogni dibattito sul punto, finalizzato alla trasparenza e alla prevenzione dell’uso illegale dell’Intelligenza Artificiale.
Per prevenire l’uso illegale dell’Intelligenza Artificiale, è essenziale stabilire solidi quadri normativi, sviluppare linee guida e standard etici, rafforzare le misure di sicurezza, dare priorità a una governance responsabile dei dati, promuovere l’alfabetizzazione e l’educazione all’Intelligenza Artificiale e incoraggiare la collaborazione e la cooperazione internazionale. Queste misure mirano a garantire l’uso etico e legale dell’Intelligenza Artificiale, mitigando i rischi potenziali e salvaguardando la società dai danni che ne possono derivare da un uso fraudolento.